Quella che si apre domani dovrebbe essere l’ultima settimana passata dalla Lombardia in zona rossa. Dopo 13 mesi di montagne russe. Il trend dei contagi, in calo dopo aver raggiunto il picco a metà marzo, ha raggiunto ieri quota 250. L’indice è quello decisivo per la cabina di regia: l’incidenza su 100 mila abitanti. Nei prossimi giorni, in attesa del monitoraggio decisivo di venerdì, questo dato è destinato a scendere e consolidarsi. E come specificato dal governo non sarà necessario scontare altre due settimane consecutive dall’emanazione dell’ultima ordinanza in zona rossa, dato che il nuovo sistema, per l’incidenza, consente la rivalutazione ogni 7 giorni.
I numeri dei contagi
Ma per capire la situazione attuale della Regionepiù colpita dalle ondate Covid bisogna allargare il check-up dei parametri. Ovviamente si parte dai casi: raggiunto il tetto di 33.061 tra l’8 e il 14 marzo, la discesa segna tre tappe: 30.882 al 21 marzo, 28.557 la scorsa e oggi si chiuderanno i conti della prima settimana di aprile stimata, in attesa del dato di oggi, intorno ai 25 mila. Ieri i nuovi casi registrati dal bollettino sono stati 4.132, con una percentuale del 7,1 sui tamponi processati.
L’ultimo decretofirmato dal governo Draghi conserverà l’Italia tra l’arancione e il rosso almeno fino a fine mese. La Lombardia può vantare anche un Rt da giallo: era di 0,89 all’ultimo monitoraggio di venerdì. Con anche il dato di Milano ieri 0,97, a conferma che la regressione del virus è avviata, anche se in modo lento. L’aspetto più critico resta quello delle terapie intensive, che sono piene al 60 per cento. Nessuno si aspetta impennate di ricoveri, ma la discesa da questo punto di vista è particolarmente sofferta. Ieri il dato generale che torna a salire di 5 unità a 862, mentre calano di 43 letti quelli negli altri reparti Covid (6.660).
Ci sono poi altri due aspetti a pesare nel meccanismo usato dal Cts per orientare le decisioni del ministero della Salute. Uno è l’andamento delle varianti: in Lombardia, come nel resto del Paese, ormai si fanno i conti con quella «inglese», ormai dominante. Ma la sfida è quella di tenere a una soglia minima le altre, come la «brasiliana», più resistente al vaccino. Contano poi sempre di più i numeri delle vaccinazioni, che ieri hanno superato le 1.714.000 dosi somministrate, l’88 per cento delle dosi ricevute. Per questo (anche) la sfida di riuscire a vaccinare tutti gli over 80 entro l’11 aprile, per dare il via libera alla fase massiva della campagna, da lunedì 12, può risultare l’altro elemento decisivo per scalare le gradazioni sul semaforo delle restrizioni. «Sono convinto che da quella data riusciremo a dire basta a queste limitazioni che stiamo subendo — ha spiegato il governatore attilio Fontana, inaugurando l’hub vaccinale della Schiranna di Varese —. Ai medici, infermieri e volontari, che da un anno stanno dando risposta alle tante richieste di aiuto che arrivano dai cittadini, chiedo di fare un ultimo sforzo per consentire che si concluda la campagna di vaccinazione, unico modo con cui riusciremo finalmente a sconfiggere il virus e a toglierci da questo incubo».
La situazione Covid-19 in Lombardia: contagi e vaccinazioni
Sul fronte delle vaccinazioni, ieri si è alzata la polemica di alcuni sindaci. Ats ha spiegato che la prima fase degli over 80prosegue negli spazi già attrezzati, non quella di massa che dovrà svolgersi in centri più ampi dove verranno spostate le linee vaccinali costruite da altre parti. «Avrei preferito i centri di prossimità per dare la possibilità ai cittadini di spostarsi il meno possibile e trovare il proprio medico a vaccinarli», ha detto il sindaco di Lissone Concettina Monguzzi.
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