
Sono proprio le abbondanti piogge il male oscuro che sta fiaccando gli alberi della città. La pianta è rovinata a terra, trascinata dal suo stesso peso. «Il collasso del platano è da ricondursi ai recenti fenomeni atmosferici dei giorni scorsi del tutto eccezionali, bombe d’acqua e forte vento — spiegano da Palazzo Marino —, che ne hanno determinato l’instabilità». E non sempre durante i controlli (la cura e manutenzione del platano era stata affidata dalla società M4 a un’azienda specializzata) è possibile individuare gli indizi: «È molto complesso prevedere fenomeni di questo tipo».
L’amministrazione ha chiesto alla società che ha in appalto la gestione del verde di intervenire con potature straordinarie per alleggerire il carico delle chiome e aumentare la resistenza degli esemplari. E visti gli ultimi casi, verrà condotta anche un’analisi statistica per capire in quali zone si sono registrati più crolli e quali specie arboree sono state più colpite, in modo da introdurre controlli mirati extra.
Il Ris degli alberi è un team formato da una decina di esperti: solo professionisti iscritti all’Ordine degli agronomi possono condurre le indagini periodiche per determinare la «propensione al cedimento». Le verifiche vengono effettuate tutto l’anno con analisi alla base del tronco, che è la parte che si ammala prima. Il metodo usato è chiamato «Visual Tree Assessment» (o Vta), una procedura adottata anche all’estero per accertare lo stato di salute degli alberi. Il primo passo è un monitoraggio visivo, seguito se necessario da un’ispezione strumentale attraverso il ricorso a speciali trapani, a sonde e a prove di carico controllate. Ogni pianta viene quindi catalogata e solo in caso di decadimento e ammaloramento si arriva a progammarne l’abbattimento.
L’équipe di esperti svolge ogni anno oltre 20 mila controlli. Sotto osservazione ci sono 40 mila esemplari che costeggiano strade, giardini, aree giochi o vicine a luoghi di passaggio. Nell’ultimo biennio, 13 mila piante sono state giudicate sane, «senza difetti» o comunque con un indice di gravità bassa. Altre 15 mila, tra cui l’olmo che l’altro giorno ha ferito la donna, presentano «gravità moderata» e sono sottoposti a monitoraggio annuale, mentre 13.500 hanno condizioni migliori e possono essere verificati una volta ogni due anni. In fondo alla classifica ci sono circa 300 esemplari in condizioni di «gravità elevata» (verifiche semestrali) o «estrema»: per questi ultimi 200 la strada è l’abbattimento.
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