I due sessantenni fino a tre anni fa abitavano in una vecchia casa sulla riva del fiume Lambro. Hanno deciso di seguire il figlio 42enne, deciso ad aprire una comunità dei Testimoni di Geova
Una vecchia casa tra la boscaglia e il fiume Lambro in via Viganò, a Triuggio, provincia di Monza. Affittata a un inquilino nel 2019, l’anno in cui, secondo quanto raccontano i residenti della zona, Rocco Langone (64 anni) e Maria Caivano (61 anni) hanno deciso di seguire il figlio Giovanni, 42 anni, in Africa, con il sogno di far vivere una comunità dei Testimoni di Geova. Rocco, operaio, è andato in pensione e con la moglie ha deciso di lasciare la casetta e di raggiungere Giovanni, il quale risulta cittadino di Lissone, nel Monzese, dal 2013. Qui aveva preso casa, ma poi aveva deciso di partire. Secondo quanto ricostruito, non era conosciuto nell’ambiente del Testimoni di Geova della zona.
Genitori e figlio sono i tre italiani rapiti in Mali, Paese in cui Giovanni era felicissimo, come dichiarato dalla sorella Anna Maria Langone al Tgr Rai della Basilicata, la regione di origine della famiglia. La donna ha detto aver sentito telefonicamente il fratello «una quindicina di giorni fa. Era felicissimo», ha aggiunto. I due coniugi vengono ricordati come persone «educate e tranquille». Nel 2014 subirono però un brutto colpo, quando una violenta burrasca aveva semidistrutto la loro abitazione, che ora si presenta disabitata da tempo, con finestre sbarrate, erba alta e ragnatele. Il fratello di Giovanni, Daniele, gestisce un’officina in un altro Comune della provincia di Monza. È lui che avrebbe sentito Giovanni per telefono la sera prima del sequestro: «Era tranquillissimo, ma i rapitori era già dietro la sua porta», ha detto Anna Maria.
«Abbiamo paura perché sappiamo che chi ha preso i nostri familiari è molto pericoloso, ha detto Vito Langone, fratello di Rocco. «Chiedo allo Stato italiano che li faccia tornare a casa al più presto» ha aggiunto, spiegando che il nipote Daniele, fratello di Giovanni, «dovrebbe essere partito stamattina per la Farnesina». «Siamo in attesa. Fino ad ora non ci hanno fatto sapere ancora niente».
Il sindaco Pietro Giovanni Cicardi a nome dell’Amministrazione Comunale e della cittadinanza di Triuggio esprime vicinanza e solidarietà alla famiglia Langone per il rapimento in Mali dei nostri due concittadini Rocco Antonio Langone e della moglie Maria Donata Caivano residenti in Triuggio insieme al figlio Giovanni residente a Lissone. Il rapimento secondo quanto appreso dalla stampa sarebbe avvenuto giovedì 19 maggio nel villaggio di Sinzina, nella regione di Sikasso nel sud est del Mali, a una decina di chilometri da Koutiala, cittadina situata a circa 100 chilometri dal confine con il Burkina Faso. Insieme a loro i banditi hanno preso un altro uomo – amico della famiglia, originario del Togo. Restiamo in attesa di notizie e ci auguriamo che questa vicenda si concluda nel modo migliore per i nostri concittadini.
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21 maggio 2022 (modifica il 21 maggio 2022 | 13:53)
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