Un amministratore delegato indicato dai giudici per la divisione italiana del colosso della logistica industriale controllato dal ministero delle Finanze tedesco. Subappalti per 2 milioni a una società di Nicola Bevilacqua, già condannato per associazione mafiosa ed estorsione. L’indagine partita da un sequestro di cocaina su un camion
Tra un mafioso e il Ministero delle Finanze tedesco che nesso ci può essere? Alla lontana, ma in fondo nemmeno tanto, questo: la sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Milano ha disposto la temporanea amministrazione giudiziaria, sotto forma non di un commissariamento ma di un affiancamento ai vertici aziendali con un amministratore indicato dai giudici, delle attività nella logistica industriale integrata (su camion, treni, navi e aerei) di Schenker Italiana spa, divisione tricolore (da 1.400 dipendenti e 700 milioni di fatturato) di DB Schenker, il colosso internazionale, acquistato nel 2002 dalla società delle ferrovie tedesche Deutsche Bahn, a sua volta controllata dal Ministero delle Finanze tedesco e forte di 16 miliardi di euro di fatturato con 74.000 dipendenti in 2.100 sedi nel mondo.
Le contestazioni dei magistrati
Il Tribunale si è mosso su richiesta dei pm Paolo Storari e Silvia Bonardi che, proseguendo una linea che ha già visto grandi aziende essere affiancate da amministratori giudiziari per bonificare lacune organizzative che hanno consentito l’agevolazione di reati commessi da altri soggetti, in questo caso contestano al gigante della logistica di aver continuato ad affidare subappalti per 2 milioni di euro negli ultimi 5 anni a una società di trasporti facente capo (dietro il non irresistibile schermo della moglie, messa lì per aggirare la confisca dell’iniziale azienda familiare) al 60enne Nicola Bevilacqua: cioè a un condannato definitivo nel 2006 a Catanzaro per associazione mafiosa ed estorsione aggravata dal metodo mafioso in un processo alla cosca Mancuso di Limbadi egemone a Vibo Valentia, poi sottoposto a sorveglianza speciale e indagato a Milano per l’ipotesi di intestazione fittizia di beni.
La cocaina sul camion
L’indagine della Guardia di Finanza di Milano e Como è partita dal mistero (tuttora tale) di chi avesse nascosto, su un trasporto della Schenker affidato a camion di Bevilacqua, 30 chili di cocaina sequestrati nel porto di Dover alla frontiera inglese il 15 marzo 2020, ma la misura di prevenzione dell’affiancamento non si colloca sul piano penale e non ha funzione repressiva, bensì preventiva e volta a contrastare la contaminazione di imprese sane, che punta a restituire al mercato una volta depurate degli elementi inquinanti.
La società non è indagata
Schenker Italiana non è dunque indagata, e nemmeno lo sono i suoi manager, ma viene messa in amministrazione giudiziaria dai giudici Rispoli-Cernuto-Spagnuolo Vigorita a causa della «cedevolezza» e «permeabilità ad ingerenze esterne» che, a dispetto delle sue procedure interne di colosso multinazionale, non hanno impedito «la strumentalizzazione della società a interessi delittuosi» agevolanti l’attività imprenditoriale di un condannato per associazione mafiosa. Soprattutto perché nessuno dei vertici di Schenker, che da anni mantengono rapporti esclusivi con Bevilacqua, pur tra protocolli e codici etici e best practice si sarebbe mai chiesto come mai questi fosse una persona diversa dalla donna che risultava in teoria la titolare dell’azienda con la quale la multinazionale firmava i contratti.
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17 maggio 2022 (modifica il 17 maggio 2022 | 12:54)
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