“Siamo in una situazione surreale” afferma Gaia Farinelli, architetta di Sora, trasferitasi, 7 anni fa, per motivi di lavoro del marito, a Shanghai, dove sta vivendo il lockdown totale per l’ondata della variante Omicron.
Cosa sta succedendo?
“Avevano tentato di isolare i casi attraverso tracciamento e lockdown mirati, ma i focolai si sono moltiplicati e hanno optato per la chiusura totale dal 28 marzo, data che ha segnato la nostra ‘segregazione'”.

In cosa consiste?
“Il lockdown sarebbe dovuto durare 5 giorni, invece in milioni di persone siamo rimaste bloccate in casa. È stato chiuso tutto, anche le scuole, infatti i miei figli adolescenti sono in e-learning. Ogni giorno passano gli infermieri a fare tamponi molecolari porta a porta. Le porte dei condomini con positivi vengono sbarrate. Noi, ora, non abbiamo positivi nel nostro compound, quindi ci basta fare test antigienici”.
Come vi procurate beni di prima necessità?
“Gli anziani poco tecnologici non riescono a fare provviste. I servizi di delivery sono decimati e sovraccarichi, ritardano anche le consegne delle box distribuite dal governo. Si possono fare solo ordini di gruppo, infatti trascorro le giornate sulle chat di gruppo, dove ci organizziamo con i vicini. Per quanto riguarda l’acqua, dicono sia potabile, consigliano di bollirla, ma è inquinata. Nel mio compound, la stiamo comprando in boccioni, ma è faticoso trasportarla”.
Dunque sta rivivendo l’incubo di inizio pandemia?
“No, perché, nel 2020, a Shanghai non c’è stato un lockdown con forti restrizioni. È stato gestito in modo ordinato, potevo uscire dal mio compound ed era consentito l’ingresso contingentato al supermercato”.
Ora invece ci si contende il cibo?
“Alcuni prodotti scarseggiano, ma è piacevole scoprire la generosità dei vicini. Una signora mi ha fatto trovare un pacco di farina sotto la porta, perché sul gruppo aveva letto che non riuscivo a reperirne”.
Sul fronte sanitario com’è la situazione?
“Sono stati intensificati ospedali e centri di quarantena dove vengono trasferiti positivi con sintomi lievi, ma anche asintomatici. Fino a qualche giorno fa, addirittura, i minori positivi venivano separati dai genitori negativi. Ora, grazie alle diplomazie internazionali, i genitori possono decidere di essere trasferiti insieme ai figli in un padiglione dedicato. La nostra paura non è tanto ammalarci, ma finire in questi immensi dormitori, dove assegnano una brandina, una bacinella e una tovaglietta. Immagini le condizioni igieniche con 7000 persone, senza docce, con cibo scadente e luci sempre accese!”.
Perché sono state attuate queste misure restrittive, nonostante l’88% della popolazione cinese risulta vaccinata e non si registrano tanti contagi come in Europa?
“La gran parte della popolazione è vaccinata, ma tanti over 80 no. A detta del governo, fallita la politica 0 Covid, queste restrizioni sono necessarie per tutelare la categoria fragile ed evitare il collasso del sistema sanitario”.
Si intravede qualche spiraglio?
“I quartieri dovrebbero essere suddivisi in 3 categorie di pericolosità, ma permarranno le restrizioni: chi è più ‘libero’ potrà passeggiare fuori dal compound. Dopo aver festeggiato il mio compleanno con una pizza con tamponi al posto delle candeline, replicheremo per quello di mia figlia”.
Qual è la sua speranza?
“Tornare alla normalità, ma sono consapevole che ci saranno gravi ripercussioni economiche. Non mi lamento, sono con la mia famiglia e so che il consolato italiano ci tutela. Vorrei far visita ai miei familiari in Italia, che non vedo da gennaio 2020, ma solo quando sarà possibile senza quarantene ed esibizione delle analisi del sangue al rientro”.
Livio Andrea Acerbo #greengroundit – fonte