C’è il Parco Nord, dove un bosco metterà radici sulla terra che sarà liberata dal cemento di un’ex fabbrica. C’è l’area tra Rogoredo e Porto di Mare, che diventerà ancora un po’ più verde. E c’è il progetto del Grande parco Forlanini che abbraccia più Comuni e che, solo in città, permetterà di far crescere “8.577” degli oltre “32.000” esemplari che troveranno casa con i due milioni del governo conquistati da Città metropolitana.
Ma per tornare a respirare, Milano punta a disseminarle un po’ ovunque le tracce di verde. E a “sostituire ovunque sia possibile l’asfalto con il suolo permeabile”, spiega l’assessora all’Ambiente Elena Grandi. Dalle strade vicine agli svincoli autostradali ai cortili delle scuole, dal Portello, dove in questi giorni spunteranno 10 giovani chiome, alla Comasina (20) e Porta Vittoria (15) fino alle aiuole o ai tetti. Perché “la Cop 26 ci ha posto di fronte alla necessità di continuare sulla strada della transizione ecologica con grande determinazione e piantare alberi significa guardare al futuro”, dice il sindaco Sala. Che annuncia: “Con Forestami, uno dei progetti più concreti e importanti che abbiamo avviato, siamo pronti a piantare altri 90 mila alberi nel territorio della Città metropolitana”.
La mappa viene ridisegnata dai 22 mila tra alberi e arbusti che Palazzo Marino farà crescere o ricrescere da qui alla prossima primavera. Uniti ai 70 mila censiti tra il capoluogo e la provincia, faranno partire la nuova stagione di Forestami con 92 mila piante che andranno ad aggiungersi al capitale naturale di 284.817 esemplari messi a dimora con il piano di forestazione urbana nato dall’alleanza tra più attori (Comune, Città metropolitana, Regione, Ersaf, Parco Nord, Parco Agricolo Sud, Fondazione di Comunità). È così che il contatore salirà a 376 mila, contribuendo a rendere un po’ più vicino (oltre il 10%) il traguardo di tre milioni di alberi entro il 2030. “Una sfida che era difficile”, dice il presidente del comitato scientifico di Forestami Stefano Boeri, “ma che stiamo vincendo grazie alla spinta potentissima di cittadini, comunità locali, aziende e del mondo della ricerca e della scuola”. Perché, rivendica l’architetto, “mentre a Glasgow e nel mondo si discuteva con maggior o minor successo delle politiche più adatte a rallentare il surriscaldamento globale, Forestami continuava a piantare alberi e a sostituire il cemento con la terra”.
La stagione di Forestami partirà simbolicamente domani, con una piantagione collettiva al Parco Nord aperta a tutti. È qui che, in vista della Giornata nazionale degli alberi di domenica, su un’area ex industriale un tempo occupata dalla fabbrica impalcature Tubolari Express Milano (Item) nasceranno un bosco e uno specchio d’acqua naturalistico. Uno dei pezzi, spiega il presidente del Parco Nord Marzio Marzorati, “degli 11 ettari di compensazione per la vasca di contenimento delle acque del Seveso che nostro malgrado è stata localizzata all’interno del parco”. E 14 boschi (il corrispondente di 21 mila alberi) vivranno grazie alle donazioni di Forestami da Carugate a Lainate, da Trezzano a Vimodrone, da Cornaredo a Vizzolo Prebabissi. Quello che accadrà con il Grande Parco Forlanini a Corsico, Pioltello, Rho e Settimo Milanese o al Parco Sud. Perché la filosofia è quella: allargare l’abbraccio verde unendo gli sforzi del pubblico e del privato. Compresi i singoli cittadini che, anche per questo Natale, potranno “regalare Forestami” adottando progetti. Conferma Grandi: “C’è un coinvolgimento sempre maggiore di partner che contribuiscono, insieme a noi, all’aumento del verde. Delle 22 mila alberature che pianteremo molte arriveranno da sponsor e opere di urbanizzazione, oltre che da enti storicamente al nostro fianco come Boscoincittà, Parco Nord, Ersaf nei progetti ReLambro e Porto di Mare”.
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