
L’omicidio, secondo quanto emerso dalle indagini dei carabinieri di Vigevano, coordinati dal pm Paolo Mazza e dal procuratore Mario Venditti, sarebbe legato a un “debito verosimilmente riconducibile all’acquisto di stupefacenti” e alla vicenda di un incidente stradale, causato da uno dei due fermati, ma che la vittima era stata costretta a denunciare, fingendo di essere il conducente al posto suo.
Incarbone, originario di Lecce, viveva da solo a Vigevano, è stato visto per l’ultima volta il 27 dicembre scorso quando è andato a trovare il fratello che abita a Gambolò (Pavia). Il 3 gennaio ha poi inviato un messaggio di auguri per il nuovo anno alla cognata. Da quel momento si sono perse le sue tracce. I suoi parenti lanciato un appello ‘A chi l’ha visto’ per avere informazioni su di lui. Si erano mobilitati anche gli amici nelle ricerche. Con diverse segnalazioni di avvistamenti che però si erano rivelate false.
Qualche giorno dopo la scomparsa i vicini di casa hanno allertato i soccorsi perché il cagnolino dell’uomo abbaiava ininterrottamente da 24 ore. I soccorritori sono entrati nell’appartamento di Incarbone e hanno salvato l’animale (che è stato portato in un canile e poi adottato da un amico dell’uomo) ma Incarbone non c’era. Da quel momento sono scattate le ricerche.
Le due persone sottoposte a fermo verranno oggi interrogate dal sostituto procuratore Paolo Mazza, che conduce l’inchiesta.
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