
Le immagini della Statale occupata per una festa di Halloween con centinaia di ragazzi sono sul sito dell’università. Fotografie dell’atrio e dello spazio davanti all’aula magna scattate la mattina dopo, a terra cumuli di bottiglie e bicchieri. Il rettore Elio Franzini decide di pubblicarle a tutta pagina sotto il titolo «Per riflettere insieme», con una sua lettera aperta. «Siamo rimasti soli, testimoni di un reato che si compiva senza nulla poter fare, ad assistere alla preparazione dello scempio che vedete», scrive. E il suo appello è rivolto alle forze dell’ordine: «Serve un’assunzione di responsabilità da parte di tutti, in primis delle autorità deputate alla nostra sicurezza». Spiega: «L’auspicio è non essere più costretti a scegliere tra due estremi, tra le cariche della polizia e una posizione di pericolosa e assuefatta passività». L’«occupazione non autorizzata» è descritta sul sito dell’università: «La chiusura del portone di Via Festa del Perdono 7 è stata impedita, nelle ore successive sono stati introdotti illegalmente in Ateneo materiali anche infiammabili, oltre a cibi e bevande alcoliche di vario genere. La festa si è svolta tra le 22 e le 5 del giorno successivo e hanno partecipato centinaia di ragazzi, molti dei quali minorenni». Immagini e video, con l’atrio della Statale come una pista da ballo con palco e dj sono in rete, anche sulla pagina facebook del collettivo «di studenti e precari» Dillinger Unimi che ha lanciato la University Halloween Night. Tre euro l’ingresso per la «Festa Senza Perdono».
Statale, festa e day after all?università: cumuli di rifiuti
Il rettore oggi spiega: «Avevamo avvisato le forze dell’ordine, hanno risposto che avrebbero organizzato una vigilanza passiva e così è stato, nel pomeriggio erano in borghese davanti all’ingresso. L’alternativa, ci è stato detto, è fare entrare la celere in università. Un’azione forte, che non ho voluto». Ecco il suo racconto di quelle ore: «Sapevamo dell’occupazione. Per evitarla avevamo deciso una chiusura straordinaria alle 16, siamo riusciti a chiudere i due portoni principali ma non quello pedonale, che era stato bloccato dai ragazzi. E da lì sono passati. Alle sei di sera sotto i nostri occhi — ero con il direttore generale e con le nostre guardie giurate — i ragazzi hanno iniziato a scaricare materiali e casse di alcolici, sono andati avanti fino alle otto di sera. Ma eravamo soli».
Quindi la scelta di denunciare e pubblicare le foto. Franzini nella sua lettera scrive: «Queste feste, del tutto abusive, organizzate da gruppi in larga parte esterni all’Ateneo, che chiedono persino una tariffa per l’ingresso, sono state tollerate per molti anni». E prosegue: «Sono convinto che ogni atteggiamento di passiva indifferenza o rassegnazione nei confronti di atti di palese illegalità sia sbagliato in assoluto e, ancor più, da parte di un’Università pubblica, che da sempre fa della difesa della legalità e dei diritti uno dei suoi essenziali valori da trasmettere». L’appello del rettore è da ieri sul sito della Statale. Mentre sulle pagine web del collettivo che ha lanciato la festa c’è un altro bilancio: «Anche quest’anno, per una notte, l’ateneo è stato attraversato da tantissimi studenti che hanno espresso il bisogno di socialità». Scrivono: «Milano è una città che necessita di luoghi di socialità liberi da logiche di mercato e mercificazione». E si impegnano ad andare avanti: «Lavoreremo per migliorare ulteriormente queste serate, l’università è uno spazio libero». Mentre l’impegno del rettore Franzini è trovare vie alternative per evitare che si ripetano. E rilancia il suo appello: «Spero che per la prossima volta saranno esplorate».
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