Presidio d’emergenza, wi-fi: le 700 cabine che resistono

C’erano una volta i telefoni pubblici. Anzi no, ci sono ancora: circa 700 sparsi nelle strade della città. Milano, in questo campo, è stata pioniera: la prima cabina telefonica in Italia è stata installata nel febbraio del 1952 in Piazza San Babila. Da allora sono trascorsi 67 anni: quale potrebbe essere il loro futuro? In Italia vige ancora l’obbligo di fornitura del servizio di telefonia pubblica, ma in Europa no, visto che Bruxelles ha stabilito che gli Stati possono smettere di considerare i telefoni pubblici un servizio universale. Sicuramente l’avvento della telefonia mobile, degli internet point e dei phone center, negli ultimi anni ne ha ridotto drasticamente l’uso: secondo i dati Agcom, dal 2010 al 2017 il numero di chiamate da PTP, postazioni telefoniche pubbliche, si è ridotto dell’80%, così come il numero di minuti di conversazione. Insomma, gli utenti le utilizzano per effettuare chiamate occasionali e di breve durata, oppure per contattare i numeri di emergenza, cosa che si può fare gratuitamente.

In considerazione di ciò, negli ultimi anni Agcom ha attuato un piano di smantellamento delle PTP, salvo casi in cui abbiano una funzione sociale particolare. Come negli ospedali, ad esempio, nelle stazioni, nelle metropolitane, in alcune scuole. «Nel 2015 a Milano i telefoni pubblici stradali erano 2000, adesso 700: negli ultimi anni c’è stato un picco di dismissioni ma adesso c’è più attenzione» commenta Alice Arienta, consigliere comunale del Pd, che la scorsa primavera ha lanciato due idee in particolare per rigenerarle. La prima è trasformare le cabine dismesse in piccole biblioteche di quartiere (bibliocabine), così come avviene con successo anche in altre città estere. Per fare ciò si è pensato a un patto di collaborazione con i cittadini, che in pratica devono prendersi cura della cabina, provvedere alla pulizia, al riordino, al mantenimento, alla fornitura di libri. I residenti di zona Baggio, per esempio, nei mesi scorsi, di propria iniziativa hanno dato vita a un’operazione del genere. Ma Telecom ha fatto smantellare tutto: per realizzare questo progetto bisogna individuare le cabine che non sono più usate e che possono essere dismesse. «L’altra possibilità è quella di ripensare per le cabine telefoniche in uso funzioni più avanzate – continua Arienta – come per esempio la connessione wi fi».

Una riconversione che andrebbe anche incontro alle richieste degli utenti, come testimonia una recente indagine di mercato sulle «Postazioni di telefonia pubblica in Italia», commissionata da Agcom. E da cui emerge che: il 12% della popolazione non ha mai usato una PTP; oltre 80% non avverte l’esigenza di utilizzare il servizio di telefonia pubblica; un quarto della popolazione ritiene che le Ptp possano essere usate come postazioni per effettuare chiamate d’emergenza oppure come postazioni di wi-fi pubblico, di videosorveglianza, di ricarica per gli smartphone, per la prenotazione taxi.

15 ottobre 2019 | 07:03

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