
L’ha visto un passante. Ha provato a mettergli le mani addosso per fermarlo. L’ha spinto. Ha chiamato il 112: «Stanno violentando una ragazza, sta succedendo ora, proprio in mezzo alla strada». Un equipaggio del Nucleo radiomobile dei carabinieri era in zona, a poche centinaia di metri, in quell’area tra via Padova e viale Monza dove le auto di pattuglia fanno passaggi continui. Era l’una e mezza della notte tra domenica e lunedì. E in pochi secondi i carabinieri hanno afferrato e ammanettato un uomo, 50 anni, peruviano, pesantemente ubriaco, con qualche precedente alle spalle. La vittima è una ragazza sudamericana, ha vent’anni.
L’aggressione è avvenuta in via Pasteur, proprio dietro l’angolo con via Padova. La dinamica è stata breve e drammatica: l’uomo incrocia la ragazza, la ferma, la colpisce, ha in mano il coccio di una bottiglia di vetro spaccata e con quello la spaventa, la immobilizza, la minaccia di colpirla e di ucciderla. Lei rimane impietrita, poi prova a divincolarsi, ma lui la picchia: e la ragazza in pochi secondi non riesce più a difendersi. La giovane verrà portata alla clinica Mangiagalli per una visita e per assistenza psicologica; tutti i referti dell’ospedale sono stati allegati agli atti inviati al pubblico ministero di turno l’altra notte, Alessandra Cerreti.
Solo 24 ore prima, dall’altra parte della città, è avvenuto un tipo di violenza analogo, solo che la ragazza in quel caso è riuscita a salvarsi. È accaduto a una studentessa liceale, 18 anni, che era appena uscita dal locale «Geko23», in via Brembo, a poche centinaia metri dalla Fondazione Prada. In via Adamello, intorno alle 2.30 della nottata tra sabato e domenica, la giovane camminava e parlava al telefonino con un’amica perché si era smarrita. S’è accorta che un uomo la seguiva, ma prima che riuscisse ad allontanarsi è stata bloccata e aggredita. È riuscita però a urlare, divincolarsi, resistere pur se quel tizio l’aveva ormai spintonata a terra e le era addosso. A quel punto l’uomo le ha rubato il telefonino e si è allontanato. Una pattuglia del Radiomobile dei carabinieri era in zona e ha notato quella ragazza in difficoltà, i militari si sono avvicinati e le hanno chiesto se stesse bene, la ragazza così ha raccontato quel che le era successo. L’intervento dei carabinieri è stato decisivo perché a quel punto la pattuglia ha chiamato altre auto e poco dopo i militari hanno rintracciato l’uomo che corrispondeva perfettamente alle descrizioni date dalla ragazza. Si tratta di Mamadou T., 32enne, originario della Costa d’Avorio, residenza ufficiale nel dormitorio di via San Giovanni alla Paglia, nella zona di Porta Venezia, in possesso di un permesso di soggiorno rilasciato per motivi umanitari ad agosto dello scorso anno.
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