
Il mondo dell’imprenditoria, della politica e dello sport si è raccolto lunedì pomeriggio nel Duomo di Milano per l’ultimo saluto a Giorgio Squinzi, ex presidente di Confindustria, patron della squadra di ciclismo della Mapei e del club di calcio del Sassuolo e amministratore unico della Mapei, l’azienda chimica fondata dal padre Rodolfo negli anni Trenta e diventata leader mondiale nella produzione di adesivi, sigillanti e prodotti chimici per l’edilizia. Squinzi, scomparso il 2 ottobre dopo una lunga malattia, aveva 76 anni. La messa funebre, nella cattedrale gremita, è stata celebrata da monsignor Erminio Descalzi, vescovo ausiliare di Milano, mentre l’omelia è stata pronunciata dall’Arciprete del Duomo monsignor Gianantonio Borgonovo, che ha ricordato i mandati di Giorgio Squinzi nel Cda della Veneranda Fabbrica del Duomo e ha riservato un pensiero ai famigliari. In chiesa anche don Antonio Mazzi. Al termine del rito funebre il tenore Vittorio Grigolo ha cantato un brano tratto dalla Messa da Requiem di Giuseppe Verdi. La famiglia Squinzi, attraverso l’arciprete ha ringraziato tutti i presenti. Un lungo applauso ha salutato l’uscita del feretro.
Giorgio Squinzi, i funerali al Duomo di Milano
Oltre alla moglie Adriana e ai due figli Marco e Veronica, già da tempo impegnati nella Mapei, alla cerimonia hanno partecipato accanto ai famigliari molti nomi noti, a partire dal presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, dalla ex numero uno dell’associazione degli industriali Emma Marcegaglia e da Fedele Confalonieri. E poi il presidente di Assolombarda Carlo Bonomi, il presidente e amministratore delegato di Omr Marco Bonometti, il presidente dell’Abi Antonio Patuelli, l’ad del gruppo Pirelli Marco Tronchetti Provera, Diana Bracco, presidente e ad del Gruppo Bracco, il presidente di Prelios Fabrizio Palenzona, il dg di Federchimica Claudio Benedetti, l’ex presidente dell’Inter Ernesto Pellegrini con la figlia Valentina, vicepresidente del Gruppo Pellegrini, il presidente di Confimprese Mario Resca.
Dal mondo della politica erano presenti, tra gli altri, il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, l’ex premier Romano Prodi, l’ex presidente della Camera Pierferdinando Casini, l’ex sindaco di Milano Gabriele Albertini, l’ex ministro Maurizio Lupi e il sindaco di Sassuolo, Francesco Menani, il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, i deputati Maurizio Martina e Andrea Rossi in rappresentanza del gruppo del Pd alla Camera, Mariastella Gelmini, Ivan Scalfarotto.
Moltissimi gli sportivi, a partire dalla squadra del Sassuolo con l’amministratore delegato Giovanni Carnevali, il tecnico Roberto De Zerbi e il presidente Arrigo Braida, e le rappresentanze di ciclisti e delle squadre di serie A e di B. Visibilmente commossi i calciatori, ex Sassuolo, Alessandro Matri e Francesco Acerbi. E ancora Stefano Sensi e Matteo Politano dell’Inter, l’ad della squadra Giuseppe Marotta, Kevin-Prince Boateng, i mister Eusebio Di Francesco e Massimiliano Allegri, l’ex capitano del Milan Franco Baresi, Daniele Massaro, il presidente della Sampdoria Massimo Ferrero, il presidente della Lega serie A Gaetano Miccicché, il manager della Fiorentina Giancarlo Antognoni e l’ex presidente Andrea Della Valle, i ciclisti Ivan Basso e Paolo Bettini, il presidente della Federazione ciclistica italiana Renato Di Rocco. «Siamo qui raccolti per sciogliere il debito di riconoscenza nei confronti di Giorgio Squinzi, dare un estremo saluto, con affetto, a chi si è distinto per pietà cristiana», ha detto monsignor Descalzi.
«È stato un grande imprenditore, un grandissimo uomo di sport», è il ricordo del presidente e ad di Rcs, Urbano Cairo. «Ha fatto benissimo nel calcio, nel ciclismo e nelle sue tante attività – ha aggiunto il presidente del Torino -. Era una persona low profile che faceva bene le cose. Il suo motto era: “Famiglia povera, azienda ricca”. Non sottraeva mai risorse alle sue aziende ma reinvestiva. Teneva davvero tanto al Sassuolo».
Il difensore della Lazio e della Nazionale Francesco Acerbi ha ricevuto un permesso da Mancini per poter presenziare ai funerali . «Dovevo esserci perché è una persona di valore riconosciuta anche all’estero – ha detto-. Un grande uomo, ho pianto quando ho appreso la notizia, è il minimo essere qui per ricordare la sua persona, non potevo mancare. Lui mi è stato vicino il primo anno anche se non lo conoscevo benissimo, mi impressionava l’umiltà che aveva e la chiarezza con la quale diceva le cose. Non ha mai alzato la voce, quelle poche parole che diceva erano ben chiare». Squinzi è stato fondamentale nel passaggio di Acerbi dal Sassuolo alla Lazio: «Non voleva che io andassi alla Lazio, ma come un padre che lascia andare il suo figlio, mi ha fatto partire», ha concluso il difensore.
«Il dottore era una persona fantastica, un uomo semplice. Il suo ricordo resterà indelebile», ha detto l’attaccante del Brescia Alessandro Matri. «Mi aveva accolto – aggiunge Matri – in un periodo calcisticamente non facile per me. Con poche parole trasmetteva valori importantissimi e una forza incredibile. Non ha mai fatto pesare la sua malattia, spesso era lui a tirare su noi nei nostri momenti difficili. Aveva uno spessore umano immenso, mi chiedeva sempre come stavano moglie e figli a casa».
La scomparsa di Squinzi ha destato profonda commozione nei giorni scorsi.Tante le manifestazioni di affetto e stima arrivate dai big dell’imprenditoria e del mondo dello sport italiano: da Berlusconi a Malagò, passando per i suoi pupilli ex neroverdi Acerbi, Allegri e Di Francesco. Giorgio Squinzi è stato l’assoluto protagonista del miracolo Sassuolo: ha preso la squadra in serie C2 e l’ha portata in serie A e addirittura in Europa League. Durante un momento di preghiera a lui dedicato, la dirigenza neroverde ha espresso l’auspicio di riuscire, un giorno, a conquistare la Champions, «un sogno del patron». «Ho avuto la fortuna di conoscerlo all’inaugurazione del Football center, l’ho scoperto come una persona umana e con i piedi per terra e una persona attaccata al Sassuolo: l’ha fatta conoscere a tutto il mondo»: così l’ha ricordato il sindaco di Sassuolo, Gianfrancesco Menani.
Nella sede romana di Confindustria, all’apertura del convegno di presentazione del rapporto sulle previsioni del centro studi, si è tenuto un minuto di silenzio con le parole della Dg Marcella Panucci: «Giorgio Squinzi è stato un grande imprenditore, uno dei padri nobili dell’industria italiana. Lungimirante e tenace nella vita d’azienda, nelle sue imprese sportive come in Confindustria. Noi tutti lo ricordiamo per la forza, la determinazione e la passione con cui ha interpretato la missione di rappresentare le imprese italiane». «Non si è risparmiato, nonostante la malattia, non confondendo mai gli aspetti privati della sua vita con quelli pubblici», ha ricordato Panucci. «Con lui Confindustria perde un grande industriale e un uomo apprezzato e stimato in Italia, in Europa, e in tutto il mondo. Alla sua famiglia va il pensiero affettuoso e commosso di tutti noi che abbiamo avuto l’onore di collaborare con Giorgio Squinzi nei suoi anni alla presidenza di Confindustria». Squinzi sarà sepolto nella cappella di famiglia a Pero.
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