Stabilità delle case, senza certificato oltre 10mila alloggi. Arriva la proroga

Arriva la proroga per i 12mila edifici con più di 50 anni di età ancora privi del certificato di idoneità statica (Cis). La scadenza fissata nel regolamento edilizio è per il 26 novembre, ma la giunta ha deciso di accogliere nel piano di governo del territorio un’osservazione che sposta il limite di un anno. La prossima scadenza è fissata per il 26 novembre del 2020. Per i proprietari di casa una buona notizia perché con la mancanza del collaudo statico viene meno l’agibilità dell’edificio o delle parti non certificate. Non solo: in caso di vendita il notaio non può procedere al rogito senza il certificato di collaudo. Dicevamo, una buona notizia, anche se tra amministratori di condominio e associazioni di categoria c’è il timore che la proroga inserita nel piano di governo del territorio non prevalga sul regolamento edilizio che rimarrebbe così in vigore anche nel comma 6 dell’articolo 11 che fissa le regole delle revisioni periodiche degli edifici: «Nel caso del mancato rilascio di tale certificazione nei limiti temporali previsti — si legge nel regolamento — viene meno l’agibilità dell’edificio o delle parti di questo non certificate. In caso di compravendita i notai dovranno allegare tali certificazioni all’atto di vendita». Timori che l’assessore all’Urbanistica, Pierfrancesco Maran ritiene infondati: «All’accoglimento della proroga nel Pgt seguirà una determina dirigenziale e farà sì che la proroga blocchi le conseguenze della mancata esibizione del certificato di idoneità statica».

Al di là della proroga, resta il fatto del grave ritardo con cui si è arrivati all’appuntamento del 26 novembre, ossia dopo cinque anni dall’entrata in vigore del regolamento edilizio. A Milano sono circa 22mila gli edifici privati che hanno più di 50 anni. Di questi circa 9mila sono già in possesso di un certificato di collaudo statico. Dei restanti 13mila solo 1011 sono quelli che al 24 settembre hanno predisposto le attività necessarie per conseguire il certificato, in 958 lo hanno depositato. E qui arriva la seconda sorpresa. Circa un terzo di chi ha depositato il certificato dovrà eseguire degli interventi di messa in sicurezza dell’edificio, anche strutturali. Avrà tempo due anni per mettersi in regola con gli interventi prescritti: «Certifica il fatto che il collaudo è fondamentale per risolvere in tempo situazioni a rischio» dice Maran. Tradotto in numeri significa che sui 958 certificati già depositati, per 728 è stato rilasciato il certificato che vale 15 anni senza prescrizioni, mentre per 230 sono stati riscontrati dei problemi che richiedono interventi per la messa in sicurezza. Da segnalare che con l’avvicinarsi della data di scadenza, la corsa alla certificazione (corsa forse è eccessivo) ha avuto una decisa accelerazione. Si è passati dai 25 certificati depositati nel 2017 ai 758 depositati nel 2019, con un incremento costante negli ultimi mesi, 149 a luglio, 110 ad agosto e 135 nelle prime tre settimane di settembre.

Torniamo ai dubbi sulla proroga. «È meglio che niente — dice il capogruppo di FI, Fabrizio De Pasquale — però il procedimento scelto è macchinoso ed espone il Comune al rischio di ricorsi da parte di chi si è battuto per l’obbligatorietà del Cis mettendo in difficoltà i notai che devono rogitare perché il regolamento edilizio rimane in vigore. Sarebbe stato meglio modificare il regolamento, cosa che si potrebbe fare in venti minuti. Noi ci siamo». I dubbi di Assoedilizia sono più generali e riguardano l’impianto regolatore: «È stata una fuga in avanti» dice secco il presidente Achille Colombo Clerici.

4 ottobre 2019 | 07:23

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