Nuovo San Siro, ecco i due progetti finalisti: la «cattedrale» contro «gli anelli di Milano»

«Lo stadio Meazza così com’è non è non va più bene per due grandi squadre con grandi ambizioni. Siamo affezionati a San Siro ma ha fatto il suo tempo». Lo ha detto il presidente del Milan Paolo Scaroni, durante la presentazione dei progetti per il nuovo stadio San Siro. Si alza il velo sui progetti per la riqualificazione dell’area: dopo le indiscrezioni circolate nelle ultime settimane, le squadre di Inter e Milano hanno presentato giovedì mattina «Gli Anelli di Milano» e «La Cattedrale», i due progetti selezionati per il nuovo stadio dei club, che dovrebbe prendere il posto del Giuseppe Meazza. Le società hanno segnalato che la presentazione dei due progetti segna l’avvio di un dialogo aperto con la città, in linea con la forte volontà dei club di coinvolgere le comunità locali e i propri tifosi in questo progetto.

«Dobbiamo cogliere l’occasione – ha detto Scaroni – per procedere sulla strada del moderno, di un quartiere che viva 365 giorni l’anno trasformando una zona che oggi è un non-luogo», ovvero il quartiere stesso di San Siro, una zona «in cui non c’è nulla se non un grande piazzalone con in mezzo il nostro amato Meazza». Sulla stessa linea l’ad dell’Inter Alessandro Antonello: «San Siro non va più bene per ragioni di spazi, visibilità, comfort e mancanza di servizi idonei». «Per ristrutturare San Siro – ha aggiunto – avremmo dovuto demolire il primo anello, intervenire sul secondo e sul terzo e poi rifare tutto. Alla fine San Siro avrebbe perso la sua attuale identità, avremmo avuto problemi di capienza portandola sotto i 60mila, problemi di servizi nel lato delle tribune verdi e problemi di sicurezza». «Per effettuare una ristrutturazione inoltre avremmo dovuto chiedere ai nostri tifosi di emigrare in stadi posti almeno a 100 km di distanza e con capienze inferiori, con grandi disagi a loro e a noi come squadra». «In tutta Europa sono stati costruiti recentemente 24 stadi nuovi, in Italia 1. Abbiamo un gap incredibile da colmare» ha concluso. «Milano non può perdere questa opportunità. Politecnico di Milano si è reso disponibile a dare una mano a questo progetto come advisor del master plan» ha spiegato il rettore del Politecnico di Milano Ferruccio Resta.

Giovedì mattina sono stati presentati (non si può dire svelati, perché gran parte dei progetti erano usciti in maniera rocambolesca su giornali e social) i progetti di Populous, con il suo stadio a forma di cattedrale che richiama il Duomo e le sue guglie, e di Manica-Sportium, un ovale in cui si intravedono due anelli che si intersecano a simboleggiare la volontà delle due squadre di portare avanti insieme un progetto comune, caso unico al mondo. Escluse quindi le proposte di Hok e di Stefano Boeri, che aveva immaginato un «Bosco orizzontale».

La realizzazione impegnerà le squadre per 1,2 miliardi: «Prevediamo un nuovo stadio modernissimo: quanto di meglio c’è al mondo. Ci sarà molto più verde nel nuovo San Siro che in quello di oggi, e la struttura sarà più sostenibile a livello ambientale, visivo ed acustico» ha spiegato Scaroni. «Avrà un minore impatto visivo perché sarà più basso, dai 60 metri di oggi ai 30 di domani, e con impatto acustico del 60 per cento in meno: sarà ecosostenibile» ha aggiunto.

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Due anelli che si intersecano, «che rappresentano Inter e Milan, rivali ma unite nel progetto». Così l’architetto statunitense David Manica ha presentato il progetto «Gli Anelli di Milano» di Manica+Sportium. «Un concetto semplice ma potente, due anelli che si intersecano, in equilibrio ma anche in contrapposizione», ha proseguito. Un impianto ovale in stile classico, su cui dominano appunto i due anelli, con la possibilità di «personalizzare» lo stadio con pannelli e luce: rosso quando giocherà il Milan, blu per l’Inter. «Uno stadio per i tifosi, che non sia una cattedrale», ha aggiunto Manica, che ha sottolineato come il progetto presenti più posti a sedere nelle curve, oltre ad una collocazione dei seggiolini più vicini al campo. Le facciate saranno composte da pannelli con 16mila volti dei tifosi, «che rappresenteranno il passato, il presente e il futuro». La particolarità è anche all’esterno, dove sopra la zona commerciale, Manica+Sportium ha scelto di mantenere lo storico terreno di gioco di San Siro, che diventerà un prato dove chiunque potrà giocare. Al centro del progetto anche ovviamente il nuovo distretto, con 10 ettari di giardini e un grande parco al centro.

Un omaggio al Duomo e alla Galleria Vittorio Emanuele. È questa l’idea al centro del progetto di Populous, presentato dallo studio di architetti statunitensi. «Ci siamo ispirati al Duomo e alla Galleria. Il nuovo stadio deve diventare un’icona come lo è adesso San Siro», ha detto Christopher Lee, managing director di Populous. Il progetto prevede quindi vetri e «guglie» per ricordare il Duomo: un parallelepipedo coperto di vetro che, anche grazie ad un gioco di luci, ricorda la cattedrale meneghina, legando la storia di Milano al nuovo stadio. «Qui la gente avrà la possibilità di passare tanto tempo insieme. Verrà creato un nuovo quartiere, ci sarà un grande parco, tutti potranno godere di queste strutture. E al posto dell’attuale stadio nascerà un museo». L’impianto si colorerà di rosso o di blu in base al fatto che giochino Milan o Inter, con spalti avvicinati al campo. «All’interno, l’impianto sarà come un catino, stiamo pensando ad uno stadio di circa 65 mila posti. Sarà uno stadio riconoscibile, sarà fatto per Milano, non si vedrà da nessun’altra parte. Chi lo vedrà, lo assocerà subito alla città di Milano», ha concluso Lee.

26 settembre 2019 | 11:44

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