La Pontida dei leghisti, fuori dal governo. Sulle note di “Nessun dorma” della Turandot di Puccini arriva sul palco il “capitano” Matteo Salvini per il comizio di chiusura del raduno, che quest’anno ha avuto una grande partecipazione, al di sopra delle aspettative degli organizzatori.L’ex ministro dell’Interno chiede alla base coraggio e pazienza: “Questo è uno spettacolo incredibile, questa è l’Italia che vincerà – esordisce il leader della Lega – fatevelo voi l’applauso e vediamo se qualche telegiornale riuscità a nascondere questo popolo. L’odio e la paura non abitano a Pontida, non cambierei la mia vita con quella di un Renzi di un Conte o di un Di Maio qualunque, tenetevi la poltrona. Col sorriso si risponde agli insulti e pregando per loro nel giorno di Maria Addolorata”. Poi scende dal palco per andare davanti all’albero della vita dove omaggia tutti i militanti e volontari che non ci sono più.
Riprende il comizio attaccando il nuovo governo: “Non possono scappare all’infinito, prima o poi si tornerà al voto”. “Il popolo italiano non è schiavo di nessuno”, dice poi in varie lingue, “sfideremo i traditori chiusi nei palazzi. Apriamo le porte agli italiani di buona volontà che sono schifati dal tradimento di chi ha svenduto il Paese. Chiamerò i mille sindaci e i governatori per preparare l’Italia che verrà”. E chiarisce la linea politica della Lega, ovvero un’opposizione a colpi di referendum. Sia sulla legge elettorale: “Vogliamo una legge che dice chiaramente chi governa”, afferma dopo l’incontro a Milano con Silvio Berlusconi. Sia sul decreto sicurezza: “Se toccheranno i decreti sicurezza non raccoglieremo 500mila firme per il referendum, raccoglieremo 5 milioni di firme per difendere i sacri confini del Paese, perchè i nostri non sono morti sul Piave per avere i confini aperti”.
Lancia poi una stoccata a Luigi Di Maio che ha aperto al Pd sulle regionali in Umbria: “Su Di Maio non cambio idea, è un amico anche se cambia fronte. Ma non condivido le sue scelte: mi spiace vedere che l’evoluzione dei 5 stelle si trasformi nel cappello in mano in Umbria per una poltrona”.
Promette di fare la flat tax non appena tornerà al governo. Fa salire sul palco Greta, una bambina di Bibbiano: “Mi pare che tra i bambini ci sia anche Greta. Greta è questa splendida ragazza coi capelli rossi che dopo un anno è stata restituita alla mamma. Mai più bambini rubati alle mamma e i papà”.
Ma il suo totem resta l’immigrazione. Criticando la scelta del nuovo governo di riaprire i porti e chiama Carola Rackete “viziatella comunista”, contrapponendole Oriana Fallaci. In chiusura, ricorda la manifestazione a Roma del 19 ottobre, la “festa dell’orgoglio nazionale”.
La giornata sul PratoneQuesta mattina c’è stata tensione tensione sul Pratone. I militanti se la sono presa con “la sinistra” e con chi chiede di spiegare i commenti contro il presidente della Repubblica, già attaccato ieri. “Mattarella mafioso”, si sente dire tra i partecipanti. E quando il giornalista di Repubblica Antonio Nasso prova a raccogliere l’umore nero della base viene aggredito da un militante. L’uomo scaglia un pugno contro la sua telecamera, danneggiando il microfono. Il governatore del veneto Luca Zaia dal palco ringrazia “i giornalisti per la presenza”, stoppando i fischi dei militanti contro la stampa. “No, ragazzi. Qua non funziona così: l’ospitalità è sacra”.Pontida, pugno contro telecamera e insulti: militante leghista aggredisce giornalista di Repubblicain riproduzione….31enne deputato veneto Vito Comencini durante il congresso dei giovani leghisti aveva detto del presidente della Repubblica “mi fa schifo”. “Mi fa schifo – le sue parole – chi non tiene conto del voto del 34 per cento degli italiani”. Dichiarazioni che si configurano come vilipendio del Capo dello Stato. Appena arrivato a Pontida Salvini prova a smorzare:
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